
Il tessuto osseo è particolarmente vitale e soggetto ad un continuo rimodellamento determinato dall’azione combinata di osteoclasti e osteoblasti. I primi provvedono al riassorbimento della matrice ossea, mentre i secondi la depositano. Chiaramente l’attività di queste due squadre di cellule cambia con l’avanzare dell’età e dipende dal nostro assetto ormonale. L’osteoporosi è una condizione caratterizzata da alterazioni della struttura ossea che avrà una forte difficoltà nel resistere al carico corporeo.
Nei giovani fino ai trent’anni si determina il prevalere della velocità degli osteoblasti sugli osteoclasti, dai trentacinque le due velocità si equivalgono, poi a partire dai 50 anni si verifica la predominanza della velocità degli osteoclasti sugli osteoblasti con perdita della massa ossea.
Il rimodellamento osseo dipende da fattori come l’età, la componente ormonale e la carenza vitaminica. A sostegno di ciò la medicina funzionale insegna che con l’entrata in menopausa si assiste ad un calo del progesterone e degli estrogeni, alla riduzione dell’ormone GH, all’ aumento degli ormoni di reattività con conseguente aumento dell’attività degli osteoclasti e di conseguenza il consumo della struttura dell’individuo (massa muscolare, ossea, articolare, etc.).
Inevitabilmente è presente anche l’osteoporosi secondaria che interessa soggetti con malattie croniche o in trattamento con farmaci che gravano sulla struttura ossea. L’osso generalmente in caso di osteoporosi diventa più fragile, meno capace di attutire i colpi che quotidianamente percepiamo, meno elastico.
Come già detto in precedenza, l’osteoporosi è una condizione che dipende dalla componente ormonale, vitaminica e dall’età.
Numerosi studi dimostrano che molte tiroiditi sono dovute alla carenza di vitamina D con conseguente aumento della fragilità ossea. Infatti il rimodellamento osseo si basa sull’azione equilibrata di tre fattori, quali la calciotonina, il paratormone e la vitamina D (fondamentale per la pelle, per lo sviluppo renale, tiroideo, immunitario, osseo).
Come possiamo prevenire l’osteoporosi?
Innanzitutto l’esercizio fisico diminuisce il rischio di fratture perché aumenta la forza muscolare, l’equilibrio.
Generalmente è consigliabile seguire la dieta mediterranea ed associare nutraceutici basati sull’associazione tra vitamina K2 e D (meglio di estrazione naturale) per facilitare l’assorbimento e l’entrata del calcio nell’osso.
Il silicio organico può essere di grande aiuto per l’apparato osseo perché conferisce nutrimento, elasticità, sostegno alla struttura. L’ideale sarebbe associarlo a vitamina K2 e D3 per sfruttare a pieno le sue potenzialità.
Una strategia interessante potrebbe essere l’utilizzo di: calcarea carbonica, fosforica e fluorica in funzione preventiva (associazione di tre minerali fondamentali per la costituzione dell’osso). La calcarea fosforica è indicata per i soggetti longilinei con ossatura sottile e tendenza alle fratture (collo femore), mentre la fluorica è consigliata per l’osteoporosi associata ad alterazioni come artrosi e cisti ossee. La calcarea carbonica è da somministrare a chi detiene ossatura massiccia ma con bassa densità ossea e predisposizione a cedimenti strutturali.
Talvolta di fronte ad un’osteoporosi grave il medico curante o lo specialista potrebbe consigliare dei farmaci specifici. Se si utilizzano dei bifosfonati potrebbe essere utile associare del silicio organico per mantenere ottimale l’elasticità dell’osso.
In conclusione l’osteopenia e l’osteoporosi sono condizioni che dipendono da vari fattori e non solo dall’età. Come abbiamo visto, possiamo affrontare la salute delle nostre ossa con varie strategie, tenendo conto del suo impatto sociale ed economico sulla collettività.
Autore
Leonardo Tomat
FARMACISTA
FONTI
Humanitas-care.it
News letter osteoporosi Italia http://www.inpha.it