
Quando mi trovo a parlare di microrganismi, come i batteri che colonizzano il nostro intestino, penso a quanto siano avanzati. Se ci pensiamo, sono in grado di ricavare energia praticamente da qualsiasi tipo di ambiente. Siamo noi ad essere loro ospiti e non il contrario: i batteri c’erano molto prima di noi. Parlando di mononucleosi rivolgiamo la nostra attenzione al mondo dei virus, in particolare ai Retrovirus: virus a RNA dotati di trascriptasi inversa (grazie alla quale sono in grado di integrarsi per sempre con il nostro codice genetico). I virus, più dei batteri, sono organismi invisibili (parliamo di nanometri) con un potere enorme: sono in grado di condizionare le nostre vite, lo abbiamo visto con la pandemia di COVID19. Il virus della MONONUCLEOSI (EBV) così come altri retrovirus (CITOMEGALOVIRUS, HERPESVIRUS) da tempo condizionano le vite di milioni di persone e molto spesso non ne siamo nemmeno consapevoli.
Sembrerebbe che l’80% della popolazione abbia avuto un contatto con il virus della MONONUCLEOSI (EBV), la malattia del bacio, sviluppando sintomi più o meno acuti. Dopo il primo contatto, il genoma virale si integra nel nostro codice genetico. In questo modo sarà in grado di riattivarsi nuovamente nei momenti in cui saremo sottoposto a forte stress e la nostra bilancia immunitaria Th1 / Th2 penderà verso la serie linfocitaria Th2. Il fenomeno della riattivazione virale ha fatto letteralmente impazzire gli epidemiologi per molti anni. Infatti solo nel 1950 Burnet e Buddingh dimostrarono che i retrovirus possono diventare “latenti” in seguito ad una infezione primaria, per poi riattivarsi a seguito di uno stimolo successivo.
La riattivazione da EBV si manifesta con sintomi aspecifici: cefalea, dermatiti erpetiformi, faringodinia tuttavia si evidenzia un sintomo molto importante e ricorrente: la stanchezza molto intensa.
A causa di un quadro clinico poco chiaro e, nella maggioranza dei casi, data l’assenza di febbre, la riattivazione da mononucleosi molto spesso non viene diagnosticata e la persona in preda a questa forte stanchezza pensa di essere semplicemente in un momento di particolare affaticamento o depressione. In alcuni casi coloro che stanno sperimentando una riattivazione da EBV per migliorare la propria condizione iniziano a fare attività fisica sperando di riattivare il proprio organismo, assumono eccitanti (caffè, ginseng, guarana, cacao) per cercare di combattere la stanchezza e tutto questo sarà completamente inutile. L’unica strada percorribile è il RIPOSO. In questi giorni di olimpiadi ce l’hanno dimostrato degnamente Gregorio Paltrinieri e Vanessa Ferrari, due medaglie d’argento guadagnate dopo essere passati da un periodo di riposo obbligato a causa della monoucleosi.
Non mi stupisce per niente vedere alcuni atleti colpiti da questo virus. Sono passati diversi anni da quando ho studiato come utilizzare la gemmoterapia (ontano e tamerice) per trattare le infezioni da EBV. (Qui il link della mia tesina sull’utilizzo di ontano e tamerice) Da allora la mia attenzione ai retrovirus è sempre stata elevata e non nego di aver scoperto diversi casi di rittivazioni virali nei miei atleti. Sapere di un’infezione pregressa ci permette di fare un lavori di supporto per scongiurare in tutti i modi le riattivazioni. Dal punto di vista funzionale gli organi bersaglio dell’EBV sono fegato e milza-pancreas. Per questa ragione nei periodi di maggior stress (vicino a gare importanti o impegni di lavoro particolarmente gravosi) è importante sostenere l’attività di questi organi ed evitare tutti i cibi che possono in qualche modo sovraccaricarli. Generalmente consiglio di ridurre: uova, latticini e formaggi molli, caffè e nervini. Sicuramente sarà importante sostenere il sistema immunitario con Ontano e Tamerice in gemmoderivato ed eventualmente aggiungere dei rimedi specifici in dipendenza dei sintomi più evidenti. Dopo aver studiato il mondo dei retrovirus, non posso più fare a meno di prendere in considerazione l’ipotesi di una riattivazione quando mi trovo di fronte a determinati sintomi, sono tuttavia consapevole che il virus in qualche modo ci aiuta a capire quando stiamo facendo troppo ed è tempo di prenderci una meritata pausa. In questo caso: viva il divano!
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